I due errori enormi che tutti fanno andando in bagno – come evitarli, e fare le stesse cose meglio
I due errori enormi che tutti fanno andando in bagno – come evitarli, e fare le stesse cose meglio
Oggi ho dovuto fare, per lavoro, un lungo viaggio in auto. Per raggiungere la destinazione ho percorso un buon tratto di autostrada, e sono stato costretto dal mio apparato escretore a fare una sosta-bagno in autogrill.
Visto che l’inserviente aveva appena terminato di lavare il pavimento del bagno degli uomini, mi ha pregato di usare quello delle donne. Ora, nella mente di molti maschi i servizi femminili sono luoghi di pristina pulizia, che vengono puliti solo per non lasciare gli addetti a guardarsi le mani troppo a lungo, ma come avevo avuto modo di verificare altre volte, NON È AFFATTO COSÌ: i pavimenti dei bagni pubblici femminili somigliano più spesso a Venezia o alle Everglades che a dei pavimenti. La domanda è spontanea: perché? Le donne non hanno problemi di mira, se ascoltano barzellette al bagno non innaffiano i muri, come fanno a mancare la tazza se ci sono sedute sopra?
Perchè troppe molte alcune donne adottano, nel fare pipì, la tecnica del “sorvolo” che è
IL PRIMO ERRORE
che spero non farete mai più dopo aver letto questo.
“Sorvolare” come lo spiega Irene, una mia paziente: “Non bisogna mai sedersi sulla tazza, mai. Stai lì, ti tieni su con le gambe e speri di centrare il buco. Te lo insegna la mamma da piccola.”
Non sedersi sulla tazza nel fare pipì sembra una grande idea: “se non mi appoggio alla tazza quei batteri maledetti non riusciranno a raggiungermi” e così, mentre una mano tiene la porta chiusa, una si afferra al portarotolo per mantenere l’equilibrio, i quadricipiti si tendono allo spasmo per mantenere il sedere a distanza (il più possibile ridotta) dalla tazza e contemporaneamente la vescica. Incidenti di percorso ne succedono, ovviamente. La posizione non è la migliore per controllare l’allineamento bacino – WC, e una volta partito il getto nella direzione sbagliata, il danno è fatto. Per interrompere il flusso (altra pessima idea) ci vuole qualche momento, e spesso le signore non si accorgono del disastro fin che non si girano per tirare l’acqua. Cosa non si fa per difendersi dalle infezioni.
Ma il problema non finisce qui: per tenere il corpo in quella scomoda posizione a fare i nostri bisogni, i nostri muscoli devono contrarsi efficacemente e rimanere contratti a lungo, anche quelli del pavimento pelvico che, per urinare, dovrebbero rilassarsi. Il terribile risultato è che, nonostante la sensazione di svuotamento, nella vescica potrebbe rimanere dell’urina e causare irritazioni oltre a fungere da brodo primordiale per qualche batterio che dovesse passare di li.
Ma funziona? In sé, si. Due superfici che non entrano in contatto non scambiano batteri, quindi siamo salvi da quelli che sono sulla tazza… ma solo da quelli. Aprendo la porta, tenendosi in equilibrio, afferrando gli oggetti, li SÌ che c’è stato scambio: con la superficie delle mani. Le stesse mani che afferrano la carta igienica e puliscono le ultime tracce di urina. Le stesse mani che tengono la rustichella o il camogli di turno. Bleah.
Ma serve? Sulla nostra pelle vivono dai diecimila al milione di batteri per centimetro quadrato -la nostra flora batterica cutanea- che, semplicemente stando lì, rendono l’ambiente meno ospitale per i batteri ambientali, che appena arrivano non trovano posto né nutrimento, e non riescono a moltiplicarsi a sufficienza da fare infezione prima dell’arrivo dei linfociti che li sterminano allegramente. Questo meccanismo di solito è più che sufficiente a proteggerci dalle infezioni, quindi -a meno che non sia sporca- sedersi sulla tazza è perfettamente sicuro.
Qual è il trucco?
Molto semplice: rivestite la tazza del water con uno o due strati di carta igienica, la pelle e la ceramica non saranno a contatto e voi riuscirete tranquillamente a fare pipì, tutta però.
Protip: per chi viaggia molto potrebbe essere utile investire in un pacchetto di copriwater: costano pochissimo, sono molto compatti per cui stanno bene nel vano portaoggetti del cruscotto, e non hanno data di scadenza.
Dopo aver vagato per qualche tempo nel bagno alla ricerca di un gabinetto che non fosse stato da poco sciacquato, ne ho trovato uno accettabile. Seguendo il mio stesso consiglio, data la natura dell’attività che dovevo svolgere, ho rivestito il sedile con la carta facendo attenzione a un particolare: lo trovate in fondo all’articolo perché è la soluzione al
SECONDO ERRORE
che mi auguro non farete più dopo aver letto questo articolo.
I miei “colleghi” maschi sanno bene come sia difficile trovare un bagno pubblico che sia adatto alla defecazione. Privacy, spazio, temperatura, correnti d’aria, musica di sottofondo, disponibilità di libri/giornali/videogames, sono tutti fattori che entrano nell’equazione “sarà il caso di farla adesso o dopo?” ma quando si DEVE, si deve. E come gruppo siamo generalmente piuttosto bravi a costruire divani a tripla imbottitura in carta igienica sopra ai water dei bagni pubblici, giusto per stare comodi, anche se è appena passato l’addetto alle pulizie. Nel nostro caso l’errore è
Mettere la carta igienica solo sopra.
Mentre tra le signorine, come abbiamo visto prima, sono molto comuni sforzi paranormali per evitare infezioni alle vie urinarie, tra noi maschi la “cistite” è un concetto pressoché sconosciuto. Il motivo di questa diverisità sta nella lunghezza del tubicino che collega la vescica all’esterno del corpo: l’uretra. L’uretra maschile è lunga circa 19 cm, mentre quella femminile solo 7cm. Che significa? Che i batteri che si affacciano all’apertura di questo tubo devono fare quasi il triplo della strada per arrivare alla vescica dei maschi che a quella delle donne. Visto che il meccanismo di “autopulizia” dell’apparato urinario è il flusso di urina che esce e, scorrendo, porta via i batteri che incontra, i penedotati hanno un periodo di sicurezza lungo il triplo rispetto a chi il pene non ce l’ha. Ma è proprio nei lunghi viaggi -in macchina, treno, aereo, non fa differenza – che il rischio è maggiore. Ma di preciso
Cosa si fa di sbagliato?
Sedendosi senza fare attenzione sul water di un bagno pubblico corriamo il rischio di far sfregare il prepuzio o il glande contro il bordo interno della tazza. Trasferendo batteri altrimenti innocui nel punto peggiore della superficie del nostro corpo, proprio di fianco al meato uretrale.
Le conseguenze di questo contatto non sono terribili, normalmente dopo poche ore si torna al bagno e il condotto uretrale viene pulito dal flusso sterile dell’urina. Ma in un viaggio lungo non è così: si cerca di minimizzare le soste per viaggiare più rapidamente, dando ai batteri molto più tempo per la risalita, mettendo in pericolo la salute della nostra vescica.
Qual è il trucco?
Anche questo è molto semplice: dopo aver rivestito il bordo del water, lasciatene due strisce che coprano la parte interna del bordo anteriore, questo eviterà contatti sgraditi con il wc e anche schizzi di urina. In alternativa si può tenere rivolto verso il basso usando una mano, ma è scomodo e inutilmente laborioso!
Bene, spero di esservi stato utile, se avete dei trucchetti “da bagno” fatemeli sapere nei commenti, e guidate con prudenza!
photo credit: Street furniture via photopin (license)
photo credit: toilet via photopin (license)
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